Quanto dobbiamo prendere sul serio il delirante imperialismo di Trump

L’imperialismo è di nuovo tra noi. Non sotto nuove spoglie, ma con la stessa brutalità ideologica che ne ha segnato la storia. Donald Trump, con il suo ritorno trionfale alla ribalta politica, ha spogliato la retorica populista di ogni sottigliezza, trasformandola in un manifesto di espansionismo travestito da patriottismo. Un leader che non si limita più a declamare America First, ma sogna di imporre America Everywhere. Nel 2019 Trump proclamava che «il futuro non appartiene ai globalisti». Era un messaggio chiaro, radicato in un nazionalismo che rifiutava ogni vincolo multilaterale. Ma oggi quel messaggio ha mutato forma. La critica ai globalisti si è trasformata in una visione imperialista: un’agenda che include l’annessione della Groenlandia, il ridisegno dei confini nordamericani e persino l’appropriazione simbolica di mari e rotte commerciali.
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