L' ordine apparente del Pakistan

Può una potenza nucleare rischiare di finire in mano al terrorismo jihadista? È ciò che si chiedono gli analisti internazionali osservando il Pakistan del premier Shehbaz Sharif, sempre più avvitato in una crisi economica e di sicurezza dai risvolti imprevedibili. Specie dopo l’ennesima incursione dei Talebani in alcuni villaggi contesi lungo la cosiddetta linea Durand, che separa teoricamente i due Paesi islamici e dove gli scontri di Natale hanno fatto un centinaio di vittime, prima che Islamabad riportasse l’ordine. Un ordine destinato a non durare, essendo la zona una delle più impervie e ribelli al mondo. Quinto al mondo per popolazione (240 milioni di abitanti) e con un esercito decisivo nell’indirizzare la politica e l’economia, si può dire che la stabilità interna del Pakistan dipenda interamente dallo Stato centrale e dalla sua forza coercitiva.
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