Non è ancora stato detto tutto | un mese dalla scomparsa di Angelo Bendotti

Bergamo. “Bisogna fare i conti con la memoria. La memoria stimola la riflessione, suscita conflitti interiori: ed io sono convinto che senza conflitti in fondo la vita valga davvero poco”. Angelo Bendotti lo ripeteva spesso. Era uno dei concetti ai quali teneva di più, un punto cardine del suo pensiero sulla ricostruzione storica legata alla complessità della Resistenza.È trascorso un mese dall’istante in cui lo storico bergamasco si è accasciato al suolo mentre si preparava, accompagnato dalla moglie Gabriella, per uscire di casa per una visita medica incombente. Un mese esatto da quel drammatico 23 dicembre, quando le istituzioni culturali della città di Bergamo sono state costrette ad iniziare a pensare ad un’attività di restituzione storica senza l’apporto vitale del professore.“Un mese nel quale più di ogni altra cosa ha prevalso la sua assenza, un costante senso di vuoto – confida Luciana Bramati, vicepresidente dell’Isrec -.
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