Contrordine Franceschini smonta l’alleanza strategica

Da antico sostenitore del ritorno al proporzionale, e prima ancora al principio di realtà, dovrei forse gioire per la svolta proposta da Dario Franceschini nella sua intervista di oggi a Repubblica, in cui invita i partiti di opposizione ad andare alle elezioni «ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale», perché in fondo «è sufficiente stringere un accordo sul terzo dei seggi che si assegnano con i collegi uninominali per battere i candidati della destra».Da critico irriducibile del «campo largo» o «alleanza strategica» (come la chiamava Franceschini) con il Movimento 5 stelle, e di tutto lo straziante e inconcludente processo unitario in cui i dirigenti del Pd si sono impantanati sin dai tempi di Nicola Zingaretti, probabilmente dovrei essere il primo a esultare per queste parole.
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