Spunta il daspo sindacale e i diritti diventano un lusso

Si può disquisire a lungo sul concetto di reputazione. Lo si può legare al fascino di un marchio, all’eleganza di un prodotto, all’aura di lusso che avvolge certi nomi. Ma in Italia la reputazione di un brand può calpestare diritti fondamentali, trasformandosi in una querelle grottesca? Il caso Montblanc è indicativo. I lavoratori pachistani e afghani di Campi Bisenzio, pagati tre euro l’ora per turni di dodici ore, hanno osato chiedere condizioni dignitose. In cambio, il marchio ha chiesto il daspo sindacale per vietare proteste vicino alla boutique di via Tornabuoni. Una richiesta che tenta di sigillare la facciata dorata del lusso, eliminando il rumore fastidioso delle proteste.Il sindacato Sudd Cobas denuncia: l’azzeramento delle commesse ai fornitori cinesi è una ritorsione. Montblanc si trincera dietro il mancato rispetto del codice etico.
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