Gli ebrei bergamaschi | Siamo ben inseriti ma nel mondo c’è un’ostilità

“Per qualsiasi ebreo la memoria della Shoà e di tutto quello che la precedette è qualcosa di quotidiano, non contenuto in un singolo giorno, bensì parte integrante della propria esperienza, sia che abbia toccato direttamente la propria famiglia, sia che abbia riguardato famiglie di amici, di membri delle nostre comunità o congregazioni”. Così Eva Mangialajo Rantzer, presidente di Har Sinai – Comunità ebraica progressiva di Bergamo e Brescia, e Gregorio Gershom Apicella, del consiglio direttivo di Har Sinai, descrivono il significato che il Giorno della Memoria ha per gli ebrei.La Comunità Ebraica Progressiva di Bergamo e Brescia Har Sinai, che consta di alcune decine di persone, è presente da ormai diversi anni a Bergamo. In qualità di suoi rappresentati, affermano di sentirsi “inseriti nella realtà bergamasca, sia a livello individuale, sia come associazione avendo in più occasioni dato il nostro contributo ad iniziative di dialogo e di scambio culturale e contiamo di continuare a farlo”.
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