Trent’anni di An Quella stagione corsara e ribelle che seminò il campo di Fiuggi

Il giuramento del primo governo di centrodestra della storia repubblicana, quell’istantanea con Adriana Poli Bortone in tailleur giallo e il sorriso scamiciato di Pinuccio Tatarella fu l’immagine plastica della fine di un’epoca. Affiorava e si radicava la sensazione di una bottiglia finalmente stappata. “Noi ministri?”, ripetevano in tanti quel giorno di ottobre 1994 all’Hotel Ergife di Roma. Noi a Palazzo Chigi? Si sgretolava il marchio dell’impresentabilità, si poteva archiviare la stagione dell’isolamento, liberarsi da quel ruolo di eterni esclusi, reietti, così lungo da sembrare un destino ineludibile.Si sgretola il marchio dell’impresentabilitàPiù che l’euforia per l’ingresso nella stanza dei bottoni, che pure ci fu con gli inevitabili errori da sbornia elettorale, nei sentimenti di quei mesi che preparano Fiuggi prevale l’entusiasmo, l’ebbrezza, insieme all’incredulità, per l’uscita dalle sabbie di un deserto attraversato per decenni.
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