L’Ue divisa sulla ripresa dell’import di gas russo in vista di un accordo sull’Ucraina

La ripresa delle importazioni europee di gas russo da gasdotto potrebbe rientrare tra i termini di un potenziale accordo per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo rivela il Financial Times, sottolineando come i sostenitori dell’idea siano convinti che questo non solo ridurrà sensibilmente i costi energetici in Europa ma incoraggerà Mosca a sedersi al tavolo dei negoziati accettando un cessate il fuoco. Del resto l’economia Ue, come ha recentemente sottolineato la Commissione nella Relazione 2025 su mercato unico e competitività, dipende «ancora ampiamente dai combustibili fossili, che costituiscono circa due terzi del mix energetico». La quota delle rinnovabili è sì in aumento ma rappresenta ‘solo’ il 24,5 per cento, mentre l’energia nucleare pesa sul mix per il 12 per cento. Bruxelles ha fatto anche notare come l’attuale dipendenza dal fossile esponga l’industria «ai rischi di interruzione delle forniture e alla volatilità dei prezzi, mentre una maggiore dipendenza futura dalle fonti energetiche decarbonizzate può aumentare l’accessibilità economica e limitare la vulnerabilità dell’industria».
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