Beethoven e il mistero della Sesta | Non era più in grado di sentire ma raccontò la magia della natura

Un inno alla pace, alla natura. All’Auditorium la “Sinfonia n. 6, Pastorale“ di Beethoven, uno degli esempi più compiuti dell’arte occidentale, in cui le regole compositive ci sono ma l’ascoltatore non le percepisce. L’Orchestra Sinfonica di Milano propone la Pastorale, sul podio John Axelrod (nella foto), nella prima parte il “Concerto per flauto, arpa e orchestra in Do maggiore K 299“ di Mozart con Nicolò Manachino flauto ed Elena Piva arpa. Appuntamento questa sera alle 20 e domenica alle 16. Maestro Axelrod, Beethoven definì la Pastorale "più un’espressione del sentimento che una descrizione degli eventi". "Immaginate il sentimento di un uomo che, di fronte alla perdita dell’udito, scrive nel 1802 ai fratelli Carl e Johann il famoso Testamento di Heiligenstadt, in cui esprime la sua profonda disperazione e frustrazione per l’aggravarsi della perdita dell’udito.
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