George Schehadé e il Libano eterno Traduzione di Federico Pietrobelli

Libanese, nato ad Alessandria nel 1905, di lingua francese e di borghesia cristiana, dopo la giovinezza in Libano Georges Schehadé visse in Francia ricoprendo prestigiose cariche nell’alto commissariato per la cultura. È morto a Parigi nel 1989. Fu amico di Saint-John Perse, Supervielle, Breton, fra gli altri. È ricordato in special modo per l’opera teatrale. Quella di Schehadé è una poesia dai mezzi scelti e poveri, estremamente paratattica, e così disposta a punte di nonsenso, in cerca di consonanze inattese. Il tono è in tutto delicato e umbratile. La visione di una casa e di una patria perdute ne trama atemporalmente il canto.L’insieme delle sei raccolte, tutte infine intitolate Poésies, che il poeta pubblicò tra il 1938 e il 1985, è edito da Gallimard col titolo Les Poésies. Si offre qui per la prima volta al lettore italiano un saggio delle sue poesie.
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