Un calcio all’esclusione

Il calcio come forma d’integrazione, inclusione e antidoto a derive antisociali o addirittura criminali. Lo sport è sempre riuscito, pur senza possedere la bacchetta magica, a dare a tanti ragazzi e ragazze una chance per uscire dall’isolamento, stringere amicizie, relativizzare i propri problemi, sfidare i limiti che a volte ci si autoinfligge. La squadra milanese del Sant’Ambroeus è riuscita a fare oltre a tutto questo, qualcosa di ancora più significativo. Che sembra quasi un piccolo miracolo del Santo protettore ambrosiano. Riunire attorno a un pallone, al centro sportivo Cameroni a Gorla, come racconta Giulio Mola oggi, ragazzi provenienti da quattro continenti, dal Gambia all’Iran, dall’America Latina all’Ucraina. Lingue, culture, storie personali il più delle volte tribolate, che invece di chiudere ognuno nella sua bolla uniscono.
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