Dio e il web così il nuovo cristianesimo cavalca internet meglio dei laici

«Penso che Google avvicini a Dio». Lo dissi a Carlo Milani, del quale segnalo il suo ultimo saggio Tecnologie conviviali (Eleuthera), che mi rispose: «Non è che ti avvicina. Google è Dio». Volevamo dire che l’impossibile con il web diventava possibile. Correva l’anno 2015 e Google aveva annunciato al mondo che avrebbe dato il via al progetto Torre di Babele: una biblioteca digitale che avrebbe catalogato tutti i libri del mondo sino a quel momento pubblicati. Ora credo che quel piano sia rimasto nel libro dei sogni internettiani. Pronto però a riproporsi con il diffondersi dell’intelligenza artificiale, delle varie app super intelligenti che rendono realistica l’idea di infinito, di illimitato. E con essa più credibile l’esistenza di una divinità superiore, di un super creator, per dirla in “digitalese”.
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