L’insurrezione di Bergamo

“Non è possibile che questi dell’Atalanta continuino imperterriti ad oscurare la nostra celebrità: Bergamo siamo Noi, non una squadra di calcio!”.Gaetano Donizetti si alzò in piedi, le braccia che accompagnavano le sue parole con un gesto teatrale, degno di un maestro dell’opera. Angelo Roncalli, col suo sorriso bonario, gli posò una mano sulla spalla, non solo per calmarlo, ma per dimostrargli che in fondo condivideva il suo pensiero.Sul tavolone di legno posto in mezzo alla sala la bottiglia di Coca Cola risultava ancora intonsa, mentre il Valcalepio Rosso aveva trovato tanti bicchieri ad accoglierlo.Sofia Goggia e Giacomo Agostini, da parte loro, sentivano una rabbia crescente, rimasta sopita troppo a lungo. Intanto, Lorenzo Lotto, perso nei dettagli di un bozzetto veneziano, sembrava distante, ma il guizzo nei suoi occhi tradiva il fatto che anche lui stava seguendo il discorso con interesse.
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