La conoscenza del caffè passa anche dal piatto

Seppur con ritardo, anche in Italia abbiamo messo in discussione il consumo di caffè. La maggior parte di noi lo beve quotidianamente – si parla di circa trenta milioni di tazzine al giorno solo nei bar italiani –, poi c’è il caffè a casa, il distributore dell’ufficio. È tutto un bere, un consumo radicalizzato concentrato sulla tecnica estrattiva, rigorosamente espresso o moka, perché in quegli strumenti e nella piccola tazzina abbiamo imparato a identificarci.  Non ci è mai molto importato del caffè in quanto ingrediente: qualità, provenienza, tostatura, non sono mai entrati, fino a ora, nella conversazione maniacale che possiamo fare sul cibo.Tuttavia, l’apertura culturale che stiamo sperimentando individualmente attraverso i viaggi sempre più frequenti all’estero, la maggiore esposizione ai racconti gastronomici dai social media, uniti alle nuove occasioni di consumo e a una diversa sensibilità rispetto al cibo, ci spingono a prendere in considerazioni modi alternativi da quelli cui siamo tradizionalmente abituati.
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