I due schieramenti del giustizialismo italiano che mortificano lo Stato di diritto

Sarebbe impossibile, anche impegnandovisi, dare torto a Carmelo Palma quando scrive che la destra non è affatto immune dal populismo giustizialista che affligge e connota gli atteggiamenti della controparte politica, rappresentandone semmai una versione classista e manganelluta che davvero non attenta, anzi, al potere corporativo della Repubblica delle Procure e all’incultura della giurisdizione e dei diritti che quel potere ha ormai trionfalmente imposto.L’impostazione sbirresco-mafiosa della linea culturale ed esecutiva di questa nostra destra –  quella che, per intendersi, concepisce il buon ordine sociale con la gente dabbene e i circoli amicali non molestati dalle toghe rosse, da un lato, e dall’altro lato con i neri e gli zingari tenuti a pane e acqua, mica vorranno anche la televisione e l’aria condizionata mentre gli italiani faticano ad arrivare a fine mese – quell’impostazione da giustizia latifondiaria, dicevo, è effettivamente, come denuncia Palma, l’altra faccia della divisa giustizialista, non meno detestabile rispetto alla concezione avversaria secondo cui la giurisdizione è concepita per assolvere un compito di tutela sociale diverso soltanto perché rieduca diverse fasce di cattivi.
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