Autorizzazione a procedere ancora tu? Non dovevamo vederci più

di Leonardo BottaIl giudice Davigo racconta spesso un illuminante aneddoto: quando Napoleone Bonaparte si candidò a Primo Console, il presidente dell’Assemblea Nazionale, suo fratello, dopo la prima votazione con esito negativo fece entrare i granatieri che portarono via alcuni parlamentari che avevano votato contro; e poi intimò: “Adesso rivotiamo”. Naturalmente Napoleone fu eletto con una “robusta” maggioranza dell’Assemblea.Immagino che a episodi come questo, nonché alle persecuzioni degli oppositori politici perpetrate sistematicamente dal regime fascista fiancheggiato dalla magistratura dell’epoca, pensassero i padri costituenti quando introdussero nel nostro ordinamento (art. 68) l’istituto dell’Autorizzazione a procedere nei confronti dei membri del Parlamento, fatti salvi “le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle loro funzioni”.
Autorizzazione a procedere ancora tu? Non dovevamo vederci più

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