Dall’AI Act al Summit di Parigi perché serve ripensare le normative Scrive Quintarelli

L’intelligenza artificiale ha dato inizio a una vera e propria rivoluzione tecnologica. La portata straordinaria dell’innovazione che ha introdotto, però, necessita di una regolamentazione. Le leggi possono essere conciliate con questo strumento? La risposta è affermativa e trovare la strada in cui innovazione e regolamentazione possono coesistere sarebbe ideale. Tra i diversi esempi che si possono trovare in giro per il mondo, anche se frammentati come nel caso degli Stati Uniti oppure il piano di sviluppo che contraddistingue la via cinese, non può sfuggire il modello adottato dai Paesi europei.Quasi un anno fa il Parlamento europeo ha approvato il regolamento in materia di intelligenza artificiale, conosciuto come AI Act a completamento di un processo durato sei anni. L’Ue ha dimostrato un forte impegno verso la spinta a regolamentare l’intelligenza artificiale introducendo un approccio basato sul rischio e una particolare attenzione anche al rispetto dei diritti degli individui.
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