Camille Claudel e la sindacalista Due vite in lotta

vite tutt’altro che parallele. Dai rimandi non immediati. Capaci tuttavia sul palco di scoprirsi complici. In un dialogo fitto. Su temi spigolosi. Indagando il rapporto fra il corpo e la protesta, l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio. “L’estasi della lotta“ è un gran bel titolo, nuova produzione Elsinor insieme al Lac di Lugano, martedì e mercoledì al Teatro Fontana all’interno della rassegna Itaca. Un progetto di Carlotta Viscovo (in foto) sempre molto convincente, qui in solitaria per un monologo affidato alla scrittura di Angela Demattè. Da una parte si ragiona su vita e opere di Camille Claudel, scultrice incredibile eppur ricordata soprattutto come amante di Rodin; dall’altra è la protagonista a raccontarsi, condividendo in particolare i lunghi anni di esasperazione e oblio da rappresentante di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dal vivo (per la Slc Cgil).
Camille Claudel e la sindacalista  Due vite in lotta

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