Con Zagaglia siamo tutti Sandroni

In questa epoca liquida e fluida, dove tutto cambia alla velocità della luce, bisogna tenersi strette le cose (belle) che restano, quelle che – più di altre – raccontano della nostra storia, delle nostre radici. Per noi modenesi sono sicuramente il Duomo, che è lì da quasi mille anni, la Ghirlandina, la ‘piopa’ alta e stretta che la vedi da lontano e ti senti a casa, i tortellini, il lambrusco. e Sandrone, sì, proprio lui, il contadino che non la manda a dire a nessuno: "In sti tèimp d’cuntestaziòun / l’unich dritto l’è Sandroun", scriveva l’indimenticabile Luciano Zanasi. Eh, già, "Sandrone (che cambia, ma non muore mai) tutti gli anni il Giovedì Grasso è là sul balcone, e noi siamotutti gli anni ad ascoltarlo e a buttare via i pensieri come fossero coriandoli in una giornata di primavera", scrive Beppe Zagaglia nel suo nuovo libro "Io e Sandrone", pubblicato da Artioli editore: lo presenterà oggi (domenica 9) alle 17 al Teatro Tempio, per ‘inaugurare’ il periodo del carnevale che culminerà nelle festose giornate di fine mese, in quel Giovedì Grasso "che è corto ma è il concentrato di tutti i carnevali del mondo".
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