Non stanno distruggendo il calcio italiano in maniera casuale stanno seguendo un preciso protocollo

Non stanno distruggendo il calcio italiano in maniera casuale, stanno seguendo un preciso protocolloNel 1890 si giocava a calcio già da una trentina d’anni, specialmente nel Regno Unito. C’erano già le squadre di undici giocatori, un portiere che poteva prendere la palla con le mani e da un paio d’anni c’erano anche le traverse, che avevano sostituito le cordicelle che fino a quel momento delimitavano la parte alta della porta.Non c’era ancora, però, il calcio di rigore.I falli in area erano sanzionati con un semplice calcio di punizione e questo faceva sentire i difensori autorizzati a fare di tutto pur di evitare un gol, comprese entratacce sugli attaccanti e vere e proprie parate.A William McCrum, portiere del Milford Everton FC, squadra del campionato nordirlandese, nonché figlio dell’Alto Sceriffo della Contea di Armagh e futuro giudice di pace, questo modo di difendere sembrava ingiusto e così, durante una partita in cui i suoi compagni avevano evidentemente esagerato, si inventò la massima punizione: un tiro calciato all’interno dell’area (più avanti si stabilirà che il dischetto verrà posizionato a 11 metri dalla porta, in realtà un po’ meno, per questione di unità di misura), senza barriera.
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