Il terrore dei residenti | Siamo troppo vicini al sito Temevamo una tragedia

"I cappotti delle nostre abitazioni sono vetusti e di polistirolo. Se le fiamme fossero arrivate qui e ci è mancato poco, cosa sarebbe successo?". Edmondo Camorani vive al terzo piano di un appartamento in via Due Canali, a pochissimi metri dal muro del perimetro dello stabilimento Inalca. Così come una cinquantina di famiglie nel complesso residenziale che si sviluppa sulla strada adiacente al disastro, in parte alloggi privati e per metà popolari gestiti da Acer. Edmondo ci fa salire in casa sua e ci mostra dall’alto della finestra della cucina lo scenario quasi apocalittico. "Guardate, sembra di essere in guerra e che sia scoppiata una bomba.". La paura è stata tanta. "Ieri notte ho sentito dei rumori, ma pensavo fossero i macchinari delle lavorazioni carni. Mi sono affacciato e ho visto le fiamme.
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