La casta dei consumatori verdi

Si chiamano «consumatori verdi». Una nuova casta di privilegiati, acquirenti di prodotti etichettati con il marchio della falsa sostenibilità, quella che sta avvelenando la vita quotidiana di milioni di persone che non possono permettersi gli stili di vita green. Dall'auto elettrica allo spazzolino di bambù, dalle buste in bioplastica alla carne artificiale: non esiste una categoria di prodotti che non abbia le sue versioni su misura per i consumatori green, apostoli del nuovo lusso pittato di verde. La vera sostenibilità è quella che riduce le distanze e le diseguaglianze; la falsa sostenibilità invece allarga i divari, crea nuove fratture proprio attraverso i consumi, alimenta il malessere rancoroso del ceto medio e lascia fermo l'ascensore sociale. Alla fine lo ha capito anche Ursula von der Leyen che, all'inizio del secondo mandato da presidente della Commissione europea, si è presentata non più con la bandiera del Green Deal Eu (quella sventolata nel 2019, in occasione del suo primo incarico), ma con un piano pragmatico per aumentare gli investimenti, semplificare le attività imprenditoriali, spingere l'economia verso nuovi consumi, non più riservati alla casta della minoranza green.
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