Tra i fantasmi di Elly spunta pure Veltroni E la bacchetta sulla sicurezza

Come per magia, o forse per dispetto. Insomma più lei alza le spalle, e scarica le responsabilità sul «Pd che c'era prima», più i «fantasmi» tornano a farsi vivi. Magnifiche presenze che incombono sul Nazareno. È che a forza di evocarli, i protagonisti delle stagioni precedenti si rimaterializzano in carne ed ossa, in ordine di apparizione: Romano Prodi, Paolo Gentiloni, Marco Minniti, e per finire anche il fondatore. Ovvero l'allora sindaco della Capitale, il primo segretario eletto dalle primarie, ed anche la prima vittima delle congiure interne (all'epoca il «pugnalatore» fu Pier Luigi Bersani). Insomma Walter Veltroni, oggi maître à penser multi tasking, libri, film ed editoriali buonisti. Insomma il «Kennedy» del Campidoglio, che ha anticipato il tema con un lungo articolo sul Corriere della Sera, si è ripresentato a Palazzo Madama, per una lectio magistralis su un argomento ostico per la sinistra, la sicurezza.
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