Il garante della privacy vuole imbavagliare il Fatto per Fratelli di chat | Pubblicazione eccessiva di virgolettati pronti provvedimenti

“Democracy dies in darkness“: la “democrazia muore nell’oscurità”. Era il 22 febbraio 2017 quando il Washington Post decise di pubblicare questa frase sotto al nome del quotidiano nella sua versione web per protestare contro gli attacchi di Donald Trump alla stampa. Parole prese in prestito da Bob Woodward, leggendario cronista del Watergate, che criticando l’amministrazione del tycoon aveva detto che “senza il giornalismo, la democrazia muore nel buio”. Un concetto che torna d’attualità oggi dopo la decisione del garante della privacy, che ha pensato bene di inviare una sorta di minaccia al nostro giornale e, quindi, a tutta la libertà di stampa. Nella fattispecie, come si legge nella comunicazione ufficiale, si tratta di un “avvertimento formale alla Società Editoriale Il Fatto SPA, avvisando che l’ulteriore trattamento dei dati personali contenuti nelle chat pubblicate nel volume ‘Fratelli di chat‘ può violare la normativa in materia di privacy, le Regole deontologiche della professione giornalistica, nonché i principi generali di liceità, correttezza, minimizzazione ed essenzialità dell’informazione”.
Il garante della privacy vuole imbavagliare il Fatto per Fratelli di chat |  Pubblicazione eccessiva di virgolettati pronti provvedimenti

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