Sanremo fatigue Chi assiste al Festival ha la sensazione di essere qui da mesi

Senza tanti giri di parole: metà della gente è qui a Sanremo per vedere se Fedez si butta dal cornicione, mentre l’altra metà sta o vorrebbe stare sul cornicione per buttarsi assieme a lui. Al netto degli stati depressivi individuali, Sanremo durante il Festival mette tristezza, e ogni volta che ci vengo capisco perché Tenco si è ammazzato proprio qui. Diceva Truman Capote che solo gli scemi del villaggio non pensano mai al suicidio; ma qui, in questo “villaggio” della Liguria che per una settimana si riempie di “scemi” da tutta Italia, è impossibile non pensare tutti quanti al suicidio almeno un po’. È la “Sanremo fatigue”, uno stato di angoscia e tristezza che ti prende appena arrivi nella “città dei fiori”.    Ti entra nelle ossa per non lasciarti più, come l’umidità di questi giorni della marmotta sanremese, in cui ti svegli ogni mattina e la giornata è uguale alla precedente così come alla successiva.
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