Chiesero aiuto alla ’ndrangheta | Volevamo sfuggire a un’estorsione

"Se non ci restituite i soldi, faremo passare un brutto Natale alle vostre famiglie". Se l’erano sentiti dire nel 2018 tre promotori finanziari da uno degli uomini di un commercialista calabrese, ritenuto vicino alla ‘ndrangheta, con tanto di uffici nel palazzo del Cinquecento in piazza Duomo a Milano, con ingresso separato rispetto a quello della residenza ufficiale dell’arcivescovo Mario Delpini. La loro ‘colpa’ era quella di avere partecipato ad un’operazione sospetta di giroconto di 250mila euro che poi il commercialista sosteneva fossero spariti. Per uscire da questo guaio i tre si erano rivolti alla “protezione-estorsione“ di Michele e Pasquale Oppedisano, padre e figlio, il primo già condannato nel processo Infinito perché a capo della Locale di ‘ndrangheta di Erba, ora imputati insieme ad altri 4 in un processo che si tiene al Tribunale di Monza perché la base operativa della presunta rete mafiosa del Comasco è ritenuto il supermercato Paper market (in foto) con sede a Correzzana.
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