Dal Nord il canto del silenzio di Hammershøi

Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai. Già, chissà cosa c’è nel silenzio, quali parole non dette, quali speranze, quali disillusioni. Chissà quale segreto o quale felicità nuova poteva esserci nella penombra della stanza grigia di Strandgade 30 a Copenaghen, dove il pittore Vilhelm Hammershøi visse a lungo con la moglie Ida. Uno scaffale, un armadio, una sedia appoggiata alla parete, il busto di un bambino su un’alzatina, luce rarefatta, colori tenui, grigi, un verde appena sfumato. Sottilmente angoscioso. "Il silenzio, la solitudine, l’attesa sono il contenuto dell’ascetica produzione di Hammershøi, la quintessenza di un preciso modo d’intendere l’arte, la vita, con spirito prettamente Nordico", sottolinea Paolo Bolpagni che cura la grande mostra promossa dalla Fondazione Cariparo a Palazzo Roverella di Rovigo.
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