Brassaï l’occhio su Parigi | nel suo sguardo sogni paure e specchi indiscreti del grande teatro della vita

Gyula Halász aveva tre anni quando lasciò la Transilvania con la famiglia e arrivò a Parigi; la vita e la guerra lo portarono a Budapest e a Berlino, dove studiò Belle Arti, scolpì, disegnò, scrisse. Ma la Ville Lumière, che lo aveva adottato da bambino, lo richiamò a sé e negli anni Venti lo consacrò fotografo. Per il mondo fu Brassaï 1899 – 1984, nome d’arte che porta impresse le origini a Brasov; irriducibile nottambulo, divenne uno dei maggiori esponenti dell’“umanesimo” francese e uno dei primi sperimentatori della fotografia in assenza di luce. Parigi si spogliò davanti al suo obbiettivo, per lui fu diva, divina, prostituta; al suo “occhio vivo” – come Henry Miller ne definì l’insaziabile curiosità – non sfuggirono i volti, i viali, i monumenti, i graffiti di strada così primordiali.
Brassaï l’occhio su Parigi |  nel suo sguardo sogni paure e specchi indiscreti del grande teatro della vita

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