Vi racconto l’Oriana funesta Urlava se non mangiavo il fritto Macché destra era anarchica

Firenze, 23 febbraio 2025 – “Era una donna generosissima. Magari, all’improvviso, esplodeva e diventava una belva. Per poi ridere lei stessa, un attimo dopo, dei suoi eccessi”. Per Edoardo Perazzi la Fallaci è “l’Oriana” punto e basta – Macché zia, fronzolo inutile alla cronaca – e per quel ragazzino, avvezzo a trovarsi in giro per casa una volta Sean Connery e l’altra Sophia Loren, la più grande giornalista italiana di sempre, che gli ha lasciato tutto, resta oggi, che è uomo, bussola di esistenza, eredità di sangue cucita sotto pelle con le discese ardite delle ire funeste figlie di questa terra e le sue risalite d’amore. Una maledetta toscana, l’Oriana. Non a caso Curzio Malaparte fu suo mentore. Perazzi, una curiosità: perché lei ha l’accento del nord? “A Milano mi dicono che ho l’accento toscano, a Firenze che parlo milanese.
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