Figli di Abramo Tra il western e la Palestina

A volte sul palco arrivano temi decisamene curiosi. E meno male. Anche se in questo caso l’ispirazione è davvero bizzarra: il profeta Abramo, condiviso da ebrei, cristiani e musulmani. Ufficialmente il primo credente monoteista del mondo, visto che rifiutò l’idolatria dei suoi tempi, cosa che gli causò non pochi problemi. Un esule. A cui tuttavia oggi fanno in qualche modo riferimento miliardi di persone sulla terra. O qualcosa del genere. Perché certo è meglio farsi spiegare le cose da Stefano Sabelli in “Figli di Abramo“, da stasera a venerdì al Litta di corso Magenta, per la stagione di MTM. Sottotitolo: Un patriarca, due Figli, tre fedi e un attore. Speriamo invece che gli spettatori siano meno facili da contare. Per questa affabulazione scritta in origine da un attore norvegese, Svein Tindberg.
Figli di Abramo  Tra il western e la Palestina

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