Il talento | storie per dedizione e dissipazione

di Marco PozziEfimov è un violinista con grande talento, un “sacerdote dell’arte”. Progetta di diventare un grande artista, ma è terribilmente sregolato, privo di disciplina. Alcolizzato, finisce a suonare in orchestrine mediocri di periferie, elemosinando per mantenersi. La sua vicenda è una “tragedia della volontà”. Questa è una delle storie in Netocka Nezvanova, romanzo pubblicato a puntate da Fëdor Dostoevskij nel 1849, rimasto incompiuto per il suo arresto.Il violino diventa un termometro della dissoluzione di un essere umano; il talento nel suonare è dissipato nell’incapacità di suonare – si sa farlo, ma non lo si fa, non lo si desidera – e nel rancore nel vedere suonare da altri e non riuscire a raggiungere quel livello a cui si poteva arrivare. La consapevolezza di non essere un artista colpisce Efimov “come un fulmine”, “terribile” per lui, “separarsi dalla idea fissa alla quale ha dedicato tutta la sua vita”: quando ascolta il concerto di S.
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