Geynest Under Gore una violenta inquietudine che si fa danza

Bergamo. Un’inquietudine che scava, nel passato e nella memoria, nella violenza e nei desideri disattesi, facendosi poi materia attraverso il corpo. Un’inquietudine, che nasce dal ventre di una città bombardata, è il sentimento dal quale si genera “Geynest Under Gore”, spettacolo di Alessandra Cristiani presentato venerdì 28 febbraio al Teatro Renzo Vescovi del Monastero del Carmine, all’interno delle proposte di “Fiore di Tenebra. La danza Butoh”, primo appuntamento di #tuoCarmine, progetto del Teatro Tascabile di Bergamo.Una danza interiore, poetica e meditativa è il Butoh, nato in Giappone alla fine degli anni Cinquanta come segno di rivolta nei confronti della tradizione (anche europea). Una danza che, in un fluire continuo di forme del corpo, vuole arrivare all’essenziale.Un essenziale che prende forma anche nella danza di Alessandra Cristiani, un’inquietudine che si genera a partire da un viaggio a Sarajevo, nel 2004, un incontro potente con una città martoriata dalle bombe e con la sua “gioventù sotto la schiavitù del sangue” (nell’interpretazione della Cristiani del verso di Chaucer che dona il titolo al lavoro).
Geynest Under Gore una violenta inquietudine che si fa danza

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