Intervista a Guy Masieta segretario della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo

Dopo trent’anni di conflitti, la Repubblica Democratica del Congo è ancora nel caos. I territori ad Est del Paese rimangono ostaggio di milizie paramilitari, in guerra con le autorità centrali per il controllo del territorio. Una vasta area ricchissima di minerali e metalli preziosi, come oro, stagno e cobalto, un componente base dei telefoni cellulari, che alimentano gli appetiti delle fazioni armate locali e dei Paesi stranieri.L’M23A farla da padrone, il Movimento del 23 Marzo (M23), un gruppo che ha coalizzato i ribelli di etnia Tutsi, trasformando la regione nella sua roccaforte. La situazione è diventata incandescente già da gennaio, con l’avanzata dei miliziani nelle province del Nord e del Sud Kivu, al confine con il Ruanda. Il Paese del presidente Paul Kagame, in carica senza soluzione di continuità dal 2000, è accusato dal governo Congolese di fornire aiuti militari alle forze ribelli.
Intervista a Guy Masieta segretario della Commissione per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo

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