Fragili legami l’arte in carcere Il progetto anche per i malati

Arti performative come risorsa per la salute, anche in contesti difficilissimi come il carcere. L’esperienza bresciana del progetto Fragili legami, che il Dams dell’Università Cattolica di Brescia realizza da dieci anni nelle case di reclusione di Verziano e Canton Mombello, dimostra che si può fare. "In quelle due ore – è la testimonianza di un recluso – non ci sentiamo detenuti ma ci ritagliamo uno spazio in cui siamo noi stessi, dove possiamo dimostrare che, se ci viene data l’opportunità, possiamo dare qualcosa anche noi". Particolarità del progetto è il coinvolgimento non solo dei detenuti, ma anche delle famiglie, con l’obiettivo di mantenere le relazioni affettive, fondamentali al reinserimento dopo la pena. Se ne è parlato nel convegno “Arti performative in carcere. Una risorsa di salute“, organizzato ieri in Cattolica, con uno sguardo, però, più ampio: partendo dal caso dell’arte in carcere a Brescia, ma anche dagli ottimi risultati del Gemelli di Roma, dove le arti sono state messe a servizio della salute nei pazienti oncologici (ne ha parlato Vincenzo Valentini, Ospedale Isola Tiberina – Gemelli Isola Roma), si è fatto il punto su come rendere più strutturale il legame tra arte e salute.
Fragili legami l’arte in carcere  Il progetto anche per i malati

Ilgiorno.it - Fragili legami, l’arte in carcere. Il progetto anche per i malati

Leggi su Ilgiorno.it
  • Fragili legami, l’arte in carcere. Il progetto anche per i malati
  • Il Dams in carcere parla la lingua del teatro sociale
    Video Fragili legami