I primi 50 anni dell’Archivio Bonsanti

Gurrieri L'appuntamento a cui non si poteva sfuggire era quello del sabato mattina. Suonavo il campanello dell’ingresso di via Maggio, salivo le scale che si aprivano sulla destra entrando, e incontravo la “famiglia dell’Archivio”: Alessandro Bonsanti, la signora Pagani, Albarosa Albertini, la Chiesi, Mauro Fabbri. Scendevamo per Borgo Tegolaio e raggiungevamo il bar del Ricchi in Santo Spirito. In quel breve tratto urbano era possibile “mettersi in pari” con gli ultimi accadimenti in città e sugli inesauribili problemi dell’Archivio appena fondato (1975). Nata quasi naturalmente questa nuova realtà, per il fatto che per decenni Bonsanti aveva tessuto rapporti con l’intera intellighenzia del nostro Paese, sia dirigendo il Gabinetto Vieusseux (dal 1941) con iniziative culturali ov’erano chiamati gli studiosi più apprezzati, sia con le riviste “Letteratura” e “Antologia Vieusseux”.
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