Il fascino indiscreto del nucleare | l’operazione del governo Meloni è debole e spericolata

Il governo italiano è confuso, irretito e in alcune sue componenti perfino ammaliato dalla tempesta che Donald Trump sta scatenando in ogni consesso in cui la sua protervia e cattiveria danno prova di penetrazione, se non di sfondamento. Qui vorrei trattarne le implicazioni sul terreno della transizione energetica, da lui ampiamente frenata con un surplus di arroganza nei confronti di quanti hanno subito danni e catastrofi per l’origine antropica dei cambiamenti climatici.A conferma di questa premessa proverò a portare alla luce quella che si rivela come la debole strategia di Pichetto Fratin e di Giorgia Meloni mutuata dal favore del tycoon per portare il Paese forse ad un nuovo referendum sul nucleare, anziché ad un cambio di paradigma nell’emergenza in cui ci troviamo. Con questo proposito riduco le osservazioni che seguono al collegamento tra la mancia sulle bollette elettriche del decreto del 28 febbraio e la pretesa di una riedizione del ritorno al nucleare, non a caso presentate l’una e l’altra contemporaneamente con la stessa impronta irrealistica, inconcludente, mistificatoria.
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