Nonostante i diktat dell’Ue l’olio italiano cresce ancora E non teme i dazi degli Usa

Il futuro è extravergine. Non tutto però fila liscio come l’olio; c’è di mezzo l’Europa che da una parte complica la vita a chi coltiva e dall’altra sacrifica l’agricoltura negli accordi commerciali - Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia in questi giorni sono sotto scacco dei trattori che protestano per il Mercosur, Coldiretti-Filiera Italia hanno già espresso fortissime contrarietà all’accordo che Ursula von der Leyen porta avanti con l’India - non applicando le clausole di reciprocità: cioè stesse regole di coltivazione, sui fitosanitari, stessi standard di qualità e di salubrità dei prodotti importati. E l’extravergine non fa eccezione. Anzi sull’olio da olive c’è un dumping di Tunisia e Turchia (insieme producono 800.000 tonnellate). La penetrazione dell’olio tunisino è favorita da un accordo dell’Ue che ha azzerato i dazi a partire dal 2019 su di 56.
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