Il mito di Onassis a 50 anni dalla sua scomparsa

Prima di entrare nel gotha (finanziario) dei potenti della terra, conobbe la vita del mozzo, del facchino, del portalettere e del centralinista. E, comunque, con l’atteggiamento aggressivo che avrebbe animato un pirata all’assalto del bastimento. Aristotele Onassis - famiglia di origini turche ma greca per inclinazione - trasformò l’indigenza in ricchezza diventandone l’icona fisica. La vitalità «prorompente» che l’ha accompagnato nelle transazioni finanziarie e durante le feste con il jet set planetario, è documentata nel libro che - non a caso - è intitolato: Prendersi tutto. Anna Folli che lo firma (edizioni Neri Pozza) ha riletto la vita di Onassis che riusciva ad apparire - contemporaneamente - spregiudicato sciupafemmine e affarista con il fiuto del predatore. L’ha descritto sulla spiaggia del mar Egeo «dove aveva imparato a sbracciare nell’acqua prima ancora di camminare».
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