Dio lo spirito e l’atto Cristianesimo e filosofia in Giovanni Gentile

Roma, 13 mar – Alla domanda su quale sia la concezione religiosa di Giovanni Gentile non è agevole rispondere. Nel 1943, in un discorso all’Università di Firenze, il pensatore siciliano si dichiara apertamente cristiano (e «non da oggi», precisa, ma «da quando sono al mondo»). Egli pronuncia così un’autentica professione di fede, che sembra non lasciare dubbi circa la sua affiliazione al Cristianesimo (al Cristianesimo cattolico, aggiunge, a scanso di equivoci). Quando sono in gioco questioni speculative profonde, però, le soluzioni semplici sono merce rara. Ecco allora che, alla professione di fede fiorentina, si può opporre ciò che Gentile scrive trent’anni prima, nel Sommario di pedagogia del 1913. Qui, citando il De vera religione di Agostino, egli proclama che invano si cercherebbe la verità fuori dall’uomo.
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