Er Pinto e le sue rime La poesia sui muri come impegno sociale

"Escivo de casa cor pallone sotto braccio /‘E scarpe mezze rotte.dopo me l’allaccio”". Ha iniziato così, quasi per gioco, nel 2010, quando ha cominciato a scrivere poesie su carta e, soprattutto, sui muri di Roma. E da allora non s’è più fermato. A dirlo infatti è proprio la Città Eterna, tappezzata da decine di versi colorati che hanno un’unica firma: Er Pinto. Lui, dal canto suo, si definisce un poeta di strada, ma ha anche diversi progetti in ballo che ne fanno un artista a tutto tondo. come ‘La poesia non si spiega’, uno spettacolo itinerante che racconta la biografia dei suoi versi più intimi. Di libri ne ha scritti più d’uno: Metroromantici, una raccolta dei cosiddetti Poeti der Trullo (progetto da cui si è poi smarcato); Il peso delle cose (2017) e Mal di mare (2020). Di lui s’è accorto anche Carlo Verdone, che, passeggiando nel cuore di Trastevere, ha scoperto una sua poesia e l’ha riproposta in un post sul suo profilo Facebook: "Baciami/le lacrime/che scendono/ per te".
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