In manicomio fu un viaggio all’inferno I malati legati venivano cambiati a fine turno degli infermieri Un odore di disumanità | lo rivela Vittorino Andreoli

Vittorino Andreoli è un medico, psichiatra e neurofarmacologo e in una intervista a La Stampa ha ricordato il momento esatto in cui ha messo piede in un manicomio. Non una esperienza da ricordare, anzi da rimuovere.“Dopo il Liceo andai ad ascoltare la conferenza di Cherubino Trabucchi, il direttore del manicomio di San Giacomo della Tomba. – ha raccontato – Lo avvicinai: ‘Senta Professore, vorrei fare lo psichiatra ma non ho mai visto i malati’. E lui: ‘Domattina alle 8 l’aspetto davanti al manicomio’ Andai”.Da lì l’esperienza brutale e surreale: “Fu un viaggio all’inferno. Attraversammo i cinque padiglioni maschili e poi i cinque femminili. Nell’ultimo, i malati erano tutti legati e venivano cambiati solo quando finiva il turno degli infermieri. E poi quell’odore di disumanità. Uscendo dall’istituto, Trabucchi mi disse: ‘Immagino avrà cambiato idea’.
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