L’illusione dell’invisibilità

Dropy era un uomo sulla sessantina, né grasso né robusto, con capelli crespi imbiancati dall’età. Uno di quelli dediti al proprio lavoro, ma senza particolari responsabilità familiari. Ex impiegato della pubblica amministrazione, trascorreva il tempo libero assistendo alle partite di football americano. Tifava per i Buffalo Bills, ma in realtà non ci capiva un’acca, neanche minuscola. Aveva qualche problema di vista, ma questo non giustificava le sue carenze intellettive.Circa trent’anni prima, dopo aver visto un film di James Whale tratto dal romanzo di H.G. Wells, tornando a casa si convinse di essere diventato invisibile.Era talmente buffo con questa sua convinzione che, talvolta, si intrometteva tra due persone impegnate in un’accesa discussione, finendo per ricevere qualche sganassone.
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