Nel blu dipinto di blu di Modugno Cercando se possibile la felicità

"Io voglio cantare la felicità. Anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista". Pare che ripetesse così, Domenico Modugno. A conferma di uno spirito piuttosto irrequieto, sotto i ritornelli nazional-popolari. Figura iconica. Capace di attraversare le generazioni e i confini, di un’Italia che correva verso il boom ma intanto emigrava in massa. Dentro e fuori la penisola. Eppure si era felici? Chissà. Un magma artistico e sociale. Che Mario Perrotta ha deciso di indagare con "Nel blu", dal 18 al 23 marzo al Franco Parenti, dopo il recente debutto emiliano. E un gran bene si dice di questa nuova produzione Ert. Con l’attore e drammaturgo leccese (quattro premi Ubu in bacheca, due Hystrio) a raccontare la complessità di un Paese, inseguendo le avventure di uno dei suoi simboli.
Nel blu dipinto di blu di Modugno  Cercando se possibile la felicità

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