L’arte difficile e sussurrata nella pittura scultorea di Simon Callery

L’opera di Simon Callery, classe 1960, si distingue per una ricerca che intreccia materia, memoria e paesaggio, dando vita a un dialogo stratificato e complesso, teso a superare i confini tradizionali della pittura. La sua pittura, “difficile e sussurrata”, dà volume alla memoria, trasformandola in materia viva che sfugge a qualsiasi codificazione definitiva. Il suo linguaggio, tanto articolato quanto impenetrabile – perfino a chi tenta di decifrarlo o interrogarlo – riflette una concezione delL’arte profondamente ermetica, indissolubilmente intrecciata al suo vissuto.L’influenza familiare ha, del resto, giocato un ruolo cruciale nella sua formazione, lasciandogli in eredità un universo di intuizioni silenziose che si traducono in un approccio tattile alla pittura. Un’arte che non si limita a coinvolgere la vista, ma investe l’intero corpo, trasformando la superficie pittorica in un territorio di esplorazione sensoriale.
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