Un partito sempre diviso su tutto nel Pd la costante è l’autodistruzione

Elly Schlein ha vinto le primarie. Ha preso un partito ridotto ai minimi termini e lo ha riportato sopra il 22%, con Fratelli d’Italia in flessione. Ma c’è una parte del PD che non se ne fa una ragione. Non ha mai accettato il risultato delle primarie, non ha mai riconosciuto davvero la legittimità della segretaria e al primo voto europeo utile ha deciso che il patto di non belligeranza era carta straccia.Non è bastato il bagno di folla a Piazza del Popolo, non è bastato il lavoro per tenere il partito fuori dall’ambiguità sulla guerra e sulle scelte europee. Quando si è trattato di votare il piano ReArm Europe, Schlein si è ritrovata con dieci europarlamentari del PD – tra cui Pina Picierno, Antonio Decaro e Stefano Bonaccini – schierati per il sì alla linea di von der Leyen, e undici che si sono astenuti seguendo la linea della segreteria.
Un partito sempre diviso su tutto nel Pd la costante è l’autodistruzione

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