A Berlino il brunch ha qualcosa da dire

Una volta era (probabilmente) la hunt breakfast, “colazione della caccia” che si godevano i nobili inglesi una volta tornati dalla battuta. Poi divenne, sull’altra sponda dell’Atlantico, una strategia da studenti e classe operaie per rifocillarsi di due pasti in uno, abbattere i costi e recuperare tempo. Potrebbe entrarci pure il Proibizionismo anche prima dei bottomless Margarita, i cocktail serviti come il caffè di un diner americano, a ripetizione e senza fondo: nel succo di pomodoro si mascherava la vodka (ecco il Bloody Mary), nel succo d’arancia lo Champagne (benvenuto Mimosa). Infine c’entra pure la Chiesa, sempre nel mondo anglosassone, e l’usanza di consumare un lauto pasto insieme alla congregazione dopo la funzione religiosa della domenica, unendo così pranzo e colazione.Forse le origini non le conoscevamo, però il nome sì: brunch, unione di breakfast e lunch (pranzo e colazione), da ben più di un decennio sdoganato anche sulle tavole italiane.
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