L' ossessione dei propagandisti putiniani per l' omosessualità
Non saprei dire quanto vada a fondo la “profonda affinità” tra russi e siciliani che Alberto Savinio notava in una cronaca teatrale del 1937 ora raccolta in Palchetti romani (Adelphi). A lui sembrava evidente anche negli aspetti in apparenza più lontani, come il diverso modo di reagire alle corna. Io sono colpito semmai dalla frequenza con cui l’umorismo, le allusioni, gli insulti e i non detti degli uni e degli altri orbitano intorno al tema dell’omosessualità maschile. Nel caso della Russia e del suo regime mafioso, parte di questa ossessione si deve al modo in cui la malavita – a cui i sovietici avevano appaltato la gestione dello sterminato e ingovernabile arcipelago carcerario – ha diffuso ovunque i suoi codici nel caos seguito al crollo dell’U. La sovietologa Françoise Thom parla addirittura di una “metastasi delle organizzazioni criminali del mondo carcerario nel resto della società”.
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