Quella dolce nostalgia che ci rapisce nelle vecchie stazioni

Moroni Quando mi capita, purtroppo sempre più raramente di prendere il treno (io che ho la stessa simpatia verso l’auto di un topo che vede un gatto), scioperi permettendo s’intende, mi mette di buonumore. Nonostante il tragitto da Varese a Tradate e ritorno sia di breve durata e che al capolinea mi aspetti la comoda poltrona del dentista, su quelle due carrozze sono salito molto volentieri. Riavvolgo il nastro della mia infanzia degli anni ‘50, cioè una vita fa, in quel paese di Venegono Superiore dove c’erano quasi più bar che abitanti (si fa per dire) e le automobili erano merce rara, infatti, si giocava in mezzo alla strada. Uno dei nostri passatempi preferiti era quello di andare a veder passare il ciuf ciuf che correva sui binari e il capostazione lo conoscevano tutti, mentre ora, ahimè, non esiste più.
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