Lucio Corsi un album tra sogno e realtà per farci dimenticare la trap
Qualcosa di diverso, uno stile personale lontano miglia dai singoli prefabbricati di questo tempo che sembrano un unico medley interpretato da tante voci, diverse ma accomunate dall'abuso di autotune. Trentuno anni, tanta gavetta alle spalle , Corsi si presenta dopo Sanremo e prima dell'Eurovision con un album che lo fotografa per quello che è. Nove canzoni con impresso il suo timbro, unico e originale anche se non è difficile percepire tra i brani l'eco di nomi altisonanti come Ivan Graziani (su tutti), Lucio Dalla, Edoardo Bennato, Rino Gaetano. Detto questo, nessuna canzone di Volevo essere un duro è puramente derivativa, Corsi, dal punto di vista creativo, è in momento di luce e crea musica figlia di chi vive in città ma viene da un altro mondo decisamente più bucolico. Un disco come questo serve a ricordare che anche nel presente c'è qualcuno che non si accontenta di produrre pop vacuo quanto inconsistente oppure musica vuota di sottofondo tra suggestioni trap e noiosissime ritmiche urban.
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