La cucina è semplice Non serve l' uso spasmodico della tecnica Intervista allo chef Salvatore Bianco

È ancora possibile rimanere colpiti dalla tradizione? Oppure abbiamo già visto tutto? Le cosiddette trattorie moderne, capaci di attrarre il pubblico promettendo un’interpretazione più curata dei grandi classici, continuano ad aprire. Ma non sono più una novità e, talvolta, convincono meno di un’osteria vecchia scuola, considerando pure il conto salato in cui ci si può imbattere a fine pasto. Anche nel fine dining diversi ristoranti hanno costruito il loro successo partendo dal registro tradizionale o, meglio, dalla sua rivisitazione. Quante volte abbiamo sentito dire «tra tradizione e innovazione»? Spesso i più grandi chef sono quelli che conoscono il passato gastronomico a menadito. La storia non si può ignorare, nemmeno in cucina. Lo ha sottolineato a più riprese Ferran Adrià, rimproverandoci di non conoscere a sufficienza Bartolomeo Scappi, colto gastronomo e cuoco dei pontefici, figura rinascimentale dotata di rara «attenzione agli usi locali, alle tante declinazioni che la cultura del cibo assume in Italia (M.
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